Sunday, December 10, 2017

Les impubblicabile

La notte fredda
il tempo immoto
la buca stretta
l'angolo ruoto
lì mi incammino, al camino
tra le fiamme son le schiere
ben disposte, le tre fiere
il leone mi domanda
io chi sono? e comanda
la serpe, chi sei tu? mi si chiede
la volpe poi, cosa vuoi?
Sono il sogno che sognai
risposte, non ne avrò mai
mosso sì dalla corrente
non mi viene in mente niente.
Sei la neve che vorrei
le tue note ascolterei
passi in fretta come il lampo
la tempesta senza tempo.
Una pace che mi soddisfi
un suono senza fischi
un calore senza pari
risposte chiare in toni amari.

Saturday, November 4, 2017

The rat and the clock

Tic tac, sat a rat.
Down the stairs and by the clock
Waits for you, your presence lack.

Tic toc, said the clock
Do you wait for me to stop?
Don't you know she wont be back?

Snip snap, did the rat
Biting, cutting, breaking, breaching
You deserve this, little brat.

Please stop, said the clock
I'll tic no more, i will stop!
Time is fading, all is black.

No more sounds,
it sat still.
Waiting longer than before
Because now, time's no more.

Monday, April 10, 2017

Divorami

"Divorami"
Credevo di essere solo. Lo speravo. Una figura stava distesa sul letto.
Era certamente umanoide e per un gioco di luci appariva come bianca e nera.
Tra il buio della stanza e le luci della città addormentata, spaccata a metà da una linea di tutte le sfumature di grigio, le labbra ben definite sussurravano
"Divorami".
La mia mano era ancora sulla maniglia. Non mi aspettavo di rivedere questa scena. Una parte di me era già fuori, in strada, correva, mentre l'altra non poteva muoversi. Paralizzata da una paura antica ed un'attrazione sconosciuta che partiva da ogni nervo del cervello, percorreva tutto il corpo fino a mettere radici al suolo. Non sarei potuto durare a lungo, mi sarei spezzato in due.
"Divorami".
Per minuti che parvero interminabili rimanemmo lì, immobili. Solo le tende alla finestra ondeggiavano al sussurro della città morta. Quando riuscì a muovermi per voltarmi ed andarmene, mi irrigidì quando pronunciò poche parole.
"Non andartene".
Mi chiusi la porta alle spalle con un suono secco che echeggiò per il corridoio vuoto. A destra, a sinistra, nient'altro che eco e porte. Davanti a me, ai miei piedi, un biglietto. Lo raccolsi.

"Vorrei che mi amassi, solo per poterti fare del male"