Monday, May 19, 2014

Mi sono svegliato già morto

Caduto per terra, mi sono svegliato
che sogno, che strano, mi son domandato
la testa spaccata da un nero vessillo
caduto nel fango che taccio, mi assillo
spaventato mi corro e comincio ad alzarmi
non vedo le ossa al posto di carni
inciampo, malato, caduto nel misfatto
un carro traballante mi ha gettato dal basso
testa evirata e vermi scadenti
dov'è la mia amata? dov'è, miscredenti?
io sogno e barcollo, taccio e non mollo
dov'è la mia lingua, dov'è il mio cervello?
Ma prima di trovare risposta cattiva
putrefatto piede inciampa in pietra, giuliva
ridacchia il sasso nero e smussato
la lapide di una dama, quella che ho amato?
e vedo e leggo, che frase! Che orrore!
Qui giace la dama che m'ha preso il cuore
lo sento pulsare al di sotto del suolo
malato la osservo per ore. Sorvolo.
Non noto la distesa imminente
di corpi amati caduti nel niente
che giacciono, visi sereni, addormentati
mangiati da vermi, cani, morti e malati!

Sunday, May 4, 2014

Dialogo del signor Se Stesso

"Toc toc".
"Chi è?".
"Mh?".
"Ho detto chi è".
"Chi è chi?".
"Tu! Hai detto toc toc, no?".
"E allora?".
"Beh di solito si bussa, si chiede chi sia, si da una risposta e si fa una battuta stupida..."
"E chi ha bussato?".
"Ma tu!".
"No, io ho detto toc toc".
"E non era l' onomatopeica per indicare il bussare?".
"Aaaah, ora capisco, chiaramente hai percepito il mio toc toc nella maniera a cui sei più abituato, sbagliando tutto il dialogo."
"E quindi il toc toc?".
"Mh?".
"A cosa si riferiva?".
"Ah, ad un bastone".
"Oh, mi scusi".
"Perché adesso mi dai del lei?".
"Beh perché pensavo...".
"Pensavi sbagliato. Credi che solo perché abbia il bastone sia vecchio o con dei problemi? Mi piace solo portarlo!".
"Con lei... te, non ci parlo più".
"Oh, mi sa che ti toccherà farlo invece".
"...".
"Guarda qui".
"Che cos'è?".
"È una fossa".
"Lo vedo anch' io che è una fossa, ma che ha di speciale?".
"È la fossa dei ricordi perduti, sia quelli dimenticati, sia quelli che hai deciso di dimenticare".
"Ma è vuota...".
"Guarda meglio!".
"...".
"Sai qual'è la differenza tra ricordi dimenticati e i ricordi che hai scelto di dimenticare?".
"Sentiamo...".
"Quelli che hai scelto di dimenticare non gli hai dimenticati".

* URLA *

Saturday, May 3, 2014

La torre e l' alfiere

C'era una volta, in un luogo molto lontano, un regno non molto diverso dal nostro. Aveva campi e vallate, colline verdeggianti e boschi rigogliosi, montagne e pianure e laghi cristallini. Il paesaggio però aveva qualcosa di leggermente diverso dal nostro, poiché era tutto suddiviso in tanti quadrati, tutti di dimensioni uguali ma di colore diverso, si alternavano in chiaro e scuro. Dove c'era dell' erba verde chiaro subito accanto se ne poteva trovare un angolo più scuro, e lo stesso per le strade e le montagne.
Aveva anche un' altra particolarità questo mondo, perché i suoi abitanti non potevano scorrazzare in giro come faremmo noi, a piacimento e senza rigore; no, le persone che vivevano in questo mondo si muovevano seguendo le ferree regole degli scacchi, proprio perché erano... scacchi! C'erano pedoni, e alfieri, e cavalieri e torri, e regine e re! Tutti i pezzi della scacchiera, insomma.
Era però un luogo in eterno conflitto, dove bianchi e neri combattevano ovunque, proprio non sopportavano il solo vedersi! E così sanguinosi incontri avvenivano continuamente.
Un giorno il re nero chiamò il suo più fedele Alfiere (quello che sedeva alla sua sinistra) per affidargli una missione di esplorazione nei territori dei bianchi.
Egli era un valoroso combattente e stratega, reduce di tante missioni simili, si era guadagnato il più alto rango nella gerarchia militare degli scacchi. Accettò con fervore la missione, desideroso di uccidere altri bianchi, la cui vista proprio non poteva sopportare.
Così partì, con un drappello di pedoni, verso la meta della sua missione: una collina di rilevante importanza strategica.
Poco prima di raggiungere il luogo però, lui e il suo gruppo caddero vittime di un' imboscata mentre stavano attraversando un bosco. Lo scontro fu violento e sanguinoso e tutta l' unità dell' Alfiere fu sterminata, tranne lui.
Rimasti pochi avversari si fece coraggio e, grazie all' abilità e all' esperienza guadagnate sul campo, riuscì a sconfiggere gli ultimi bianchi.
Stanco e ferito si guardò in torno per essere sicuro di averli uccisi tutti, fu così che notò un movimento tra i cespugli e, con le poche forze rimaste, vi si scaglio contro.
Aveva indovinato. Tra le frasche stava nascosta una Torre bianca, ferita leggermente, che tentava di scappare. Stava quasi per colpirla quando qualcosa lo bloccò; aveva visto molte torri nella parte del regno dei neri, ma mai qualcuna era risaltata così ai suoi occhi. La lucentezza e la morbidezza delle forme avevano qualcosa che lo incantò. Riuscì quindi a fermarsi dal colpirla e la aiutò ad alzarsi.
Lei da prima fu restia, ma capì presto che voleva davvero aiutarla, lui le disse di fuggire e lei lo fece.
Qualche giorno dopo l' Alfiere non poté fare a meno di tornare in quel bosco, il ricordo di quella splendida Torre lo tormentava e pensò che forse lì avrebbe potuto trovare un po' di pace. Ma quale gioia fu quella di scoprire che anche lei era lì! Le corse incontro salutandola e l' abbracciò, ma ci misero poco a scoprire che, nonostante tutto, non potevano guardarsi negli occhi! gli alfieri si muovono solo in diagonale e le torri solo su linea retta, anche il loro sguardo era bloccato verso quella direzione e quindi non avrebbero mai potuto guardarsi entrambi in viso.
Comunque da quel giorno presero a incontrarsi sempre in quel luogo ad un' ora stabilita, per ridere, scherzare e amarsi, nonostante tutto.
Un giorno però la regina nera, che era molto gelosa dell' Alfiere, si insospettì di tutte quelle uscite che egli faceva, così mandò il suo Alfiere di fiducia (quello che sedeva alla propria destra) a spiarlo; e quando scoprì il perché di quelle escursioni quotidiane la sua rabbia fece tremare le mura del castello. Quando si calmò pensò ad un piano per sbarazzarsi di quella odiosa Torre bianca e il giorno seguente mandò l' Alfiere del re a fare delle commissioni, mentre inviò il proprio Alfiere al luogo dell' appuntamento con la Torre. Lei poverina restò ingannata perché gli alfieri erano perfettamente identici e fu convinta a seguirlo in un luogo dove venne assalita e arrestata dai pedoni neri.
Puoi immaginare quale fu la reazione dell' Alfiere del re, quando tornò dalle commissioni ordinate dalla regina, e scoprì che la sua Torre era stata fatta prigioniera e che sarebbe stata giustiziata all' alba del domani.
Quando calò la notte decise di intrufolarsi nelle segrete del castello e approfittando del buio e del suo colore nero, uccise silenziosamente le guardie e liberò la Torre.
Ma non appena uscirono dalla prigione la Torre venne illuminata dalla luna è mandò un bagliore bianco che allertò le guardie che rincorsero i due amanti e li catturarono.
All' alba del giorno dopo si tenne l' esecuzione dei due sfortunati amanti. Una folla enorme era venuta ad assistere al primo tradimento della storia del mondo degli scacchi.
Quando il boia chiese loro se avessero un' ultimo desiderio risposero, tra lacrime e dolore, “vorrei poterlo vedere negli occhi”; e tutti quanti risero, risero perché sapevano quanto ciò fosse impossibile! E nell' ilarità generale la lama del boia calò sul capo dei tristi innamorati.
Quando si risvegliarono il mondo che apparve ai loro occhi sembrava più colorato, più dolce, e si guardarono intorno straniti: erano morti? Non lo notarono subito ma videro entrambi di non essere più neri o bianchi e di riflettere tutti i colori del paesaggio e, che gioia fu, quella di scoprire che finalmente riuscivano a guardarsi negli occhi! Allora capirono che quel posto non era più una scacchiera e che potevano finalmente muoversi liberamente! Si baciarono intensamente, e a lungo, per poi dirigersi lontano, verso il rosso orizzonte, dove avrebbero potuto amarsi per sempre.

Thursday, May 1, 2014

Tuona il dettaglio

È un caso che agita il meccanismo
e scarica una carica di luce
anche il cuore più grande fa tremare
il tuono che intimidisce il bambino
ed ogni cicatrice riprende a sanguinare

se tu avessi anche solo un dettaglio diverso
non saresti la stessa
e forse ti desidererei di meno
ma tutto ciò che è in te urla: Perfetta!
un sogno non è da meno

Sconvolgi il mio fragile equilibrio: Bellezza!
come un urlo in biblioteca
infrange le pagine della mia storia
Sconvolgi, ti prego, la mia memoria
Dammi un passato. Dammi un futuro.

Wednesday, April 30, 2014

Delirium Tremens

"e gira e gira, non si ferma mai, è un vortice!".
Supino, inabile, fissava il soffitto esprimendosi nel suo deliquio.
"Non dovevi bere così tanto" disse Carl "Ti pare il caso di stare così?".
"non capisci, è l' ananas che vuole uccidermi! Sta crescendo le spine per uccidermi dal soffito. Guarda! È lì! Non lo vedi?" indicando qualcosa sul soffitto.
Carl volse lo sguardo al cielo, notando solo il dispositivo anti-incendio. "Guarda che quello è solo l' antifumo" Rispose. "Non c'è nessun ananas".
"Eppure l' ananas fa bene" Disse il nostro erore. "Se guardi bene le viamine noti che sembrano dei soldatini, ci proteggono!".
"Stai calmo e datti una ripigliata cazzo! Tra poco devi uscire".
"Per andare dove?" Rispose.
"Devi uscire con Danielle, porco il cazzo, è una settimana che ce la meni".
"Danielle! Danielle! riccioli di ciccolato, dove sei?".
"Deve arrivare tra poco idiota. Ma perché cazzo ti sei ridotto così?".
"Risponderò solo in presenza del mio Taco!". E cominciò a rotolare sul letto.
"Calmati, cristo". Suono di un campanello. "Ecco cazzo, è arrivata, cerca di ripigliarti".
Ma va tutto bene, mi alzai lucido come pochi ed andai ad aprirle la porta. Lei era bellissima, con un vestito turchese e gli occhi maliziosi. Capelli di una Dea che incorniciavano un volto rubato ad un dipinto.
Mi ripresi come mai accadde prima e la serata fu immemorabile. Uscimmo a cena e scherzammo per tutto il tempo, al punto che mi toccò la mano! Dopo aver offerto come da vero galantumo, andammo in un locale dove ballammo goffamente, almeno io, una musichetta da quattro soldi spesi male. Lei era un sogno, danzava come se non facesse altro da una vita, mentre io mi muovevo in maniera allarmante, fuori tempo e fuori posto, ma che importa? Lei era lì!
Dopodiché ci incamminammo verso casa e parlammo come se ci conoscessimo da una vita. Spesso il suo sorriso mi faceva dimenticare persino il mio nome! Quando arrivammo davanti a casa sua ci fu quel bacio magico e non ricordo null' altro.
Mi svegliai con un chiodo infilato nel cranio, o almeno così mi pareve dal dolore ficcante al cervello. Barcollai fuori dal letto e misi il piede in una pozza di vomito, facendo un rumore rivoltante. Andai in bagno ma ne scappai fuori di corsa, vedendo il mostro allo specchio. Dopo una magra colazione a base di tè e biscotti secchi, null' altro poteva sopportare il mio stomaco, mi diressi al computer per parlare con Carl, l' amicone.

Darg0R: oh zio, glie l'ho buttato!!!
Carl_Slinger: ?
Darg0R: no bhe, in realtà solo un bacio, però tra poco ci siamo
Carl_Slinger: sei ancora tutto fatto?
Darg0R: Mai stato meglio in vita mia
Carl_slinger: allora non ricordi?!?
Darg0R: wat?
Carl_Slinger: zio va che appena hai aperto la porta le hai buttato addosso tutto quello che avevi nello stomaco.... letteralmente

Cosa? Non era possibile. Io avevo passato una serata fantastica, lo ricordo!

Darg0R: cazzo dici? ma se siamo usciti
Carl_Slinger: nono, tu le hai vomitato addosso, lei è scappata e tu sei finito ubricao fradicio a delirare, ho dovuto faticare per non farti distruggere il bagno diommerda

Allora non era reale? avevo sognato tutto? Non può essere, non è reale! Tutto questo non è vero! io ho avuto una serata bellissima, voglio tornare in quel mondo, il mondo in cui l' ho baciata!
CRASH
È il suono di una finestra in frantumi, poi solo il fischio del vento nelle orecchie.
Va tutto bene, sono ancora quì con te. Quest realtà non mi appartiene, io sono con te, null' altro conta.

Poco altro si sa del nostro eroe, dopo che ne raccolsero i miseri resti in un  sacco nero, grumo di sangue, vessillo di vita.

Ombre di pioggia

solo ombre nella nebbia della mente
anime, cosa sono? polvere
ed è lì! al centro del cuore che sorge
spendida! funerea! cattedrale
dove gli affreschi sono intrecci di rami
e le colonne sono di legno laccato
da vento e pioggia
dove sotto un cielo nuvolo risiedono
scomposti, coloro che vivono per i reciproci
sentimenti e opposti e cambiamenti
sdraiati tra lo smeraldo dei pavimenti
scolpiti nel marmo dell' erba
s' abbraccian con gli occhi, sguardi
si sciocchi ma pieni di qualcosa
qualcosa che non può essere definito
perché perderebbe tutto il suo fervore.
E allora mi inchino! angeli cadenti
alla gloria e potenza di tale
sentimento, non esiste nulla al confronto
si libera leggero nell'aria tra quegli occhi
oh! quegli occhi, che presero lo sguardo
di chi vi si accostò con timore.
cadendo sotto la pioggia, dal basso
salgo verso un cielo morente
dove i  lampi di sentimento
non possono essere fermati
volando con la mente nella vivida notte serena
la mia mente si rasserena al ricordo
di quegli occhi.

Tuesday, April 29, 2014

La pausa sigaretta

Casa è dove puoi fumare senza dover uscire.
Venendo da una famiglia di fumatori ci ho messo un po' a capire perché se dici di fumare in casa la gente ti guarda lievemente shockata. A quanto pare è vista come un' abitudine orribile.
Certo, anche fumare è orribile, puzza, causa morti, da fastidio agli altri, però un sacco di gente lo fa. Perché?
C'è chi usa la sigaretta come scusa per rilassarsi, sembra quasi un dogma che chi sia nervoso abbia Bisogno di fumare, ma devo dire solo questo. È bello.
Da una sensazione piacevole, è buono il sapore e l' odore. E la nuvoletta di fumo che si libera in aria ha un che di rilassante.
Poco importa che faccia male, molta gente fuma fino alla tarda età senza risentirne, può capitare di avere problemi per via di questa abitudine, ma succede, non mi sembra un buon motivo per non farlo.
Inoltre è vero che permette di staccare. Sopratutto per chi lavora tanto in ambienti chiusi, con poco movimento giornaliero, il solo fatto di uscire e accendersi una sigaretta ti fa ricominciare con nuove energie. Prendersi un caffè mentre si lavora non serve a nulla, sono proprio quei cinque minuti per Te stesso che fanno la differenza, che uno li usi per fumare o anche per fare solo due passi poco importa, si stacca veramente.
E, personalmente, quando esco di casa quei cinque minuti riesco ad apprezzare elementi di un paesaggio che ben pochi troverebbero stimolante. Case e palazzi di Milano. Bell' affare! Invece si riescono a notare le tante piccole bellezze di ogni giorno, questa sera il cielo aveva una sfumatura stupenda, un cane esce spesso a salutarmi (certo, mi abbaia contro, ma cerco di interpretarlo come un saluto) e si può lasciar correre la fantasia su ogni piccola luce alla finestra.
Quella casa laggiù avrà una bella ragazza che prepara la cena per il suo amato che la stringe forte mentre si adopera ai fornelli? E quella finestra laggiù, quella piccolina, una tipica finestra da bagno, sarà occupata da un povero cristo in preda ad un attacco di diarrea violenta da una cena da single cucinata male?
E i piccoli gesti delle persone. Il proprietario di un bar che svuota il cestino colmo di bottiglie di vetro che si accerta più e più volte di averlo vuotato del tutto che vita farà? Posso immaginarlo, non importa se sia reale, è la mia visione proiettata sugli altri.

È venuto più lungo di quanto pensassi e aggiungo quì l' ultima cosa che mi è venuta in mente. Fumare senza vedere il fumo riduce il piacere? Penso di sì, ma è una teoria da confutare.

Monday, April 28, 2014

The last of the men

standing on the moon ground
nothing walks in mind
still the air, still the dust
while the hours crawls by side

blanking looks for bleaching blight
no light here can hit
living on this moonside
the last of the men

dancing on the sunlight
where movements bring desires
jumping fierce, by the fire
when his love hits the world

running past the molten arcs
and singing out of loud
"i am on the blessing sun"
the last of the men

walking on the purest soil
while water flows and cries
glimpse of light, blink of night
admiring all the world

watching as the nature grows
noone else can hear
that he is finally free and lone
the last of the men

Sunday, April 27, 2014

The beginning


Un modo come un altro per iniziare.
Un posto in cui raccoglierò tutto ciò che mi incuriosisce, intriga, attira. Una parte di me.
Ho letto che per imparare a scrivere bene bisogna scrivere costantemente, e leggere molto. Questo è ciò che intendo fare con questo blog.
Scrivere di ogni cosa che trovi affascinante, scrivere di quello che vedo e che sento, rendere reali i miei sogni e i miei incubi.
E condividerlo con voi, lettori, che forse troverete qualcosa di piacevole con cui passare il tempo.
Notate bene che con piacevole intendo qualsiasi cosa susciti sentimenti o pensieri nuovi, qualcosa che stimoli nel bene e nel male. Gioia, dolore, curiosità, disperazione, tristezza, amore, odio. Ogni sentimento è valido.
Ogni sentimento è reale.